Come ti gestisco le coste n. 10…
Altra udienza presso il Tribunale penale di Cagliari del processo relativo ad una serie di vicende connesse concernenti la gestione delle coste del sud Sardegna negli ultimi anni. Coinvolti funzionari ed amministratori pubblici, imprenditori. La cronaca delle precedenti udienze ed ulteriori informazioni potete trovarle in questo ?blog? (?Come ti gestisco le coste…“, 4 ottobre 2006; ?Come ti gestisco le coste n. 2…?, 17 ottobre 2006; ?Come ti gestisco le coste n. 3…?, 24 ottobre 2006; ?Come ti gestisco le coste n. 4…?, 7 novembre 2006; ?Come ti gestisco le coste n. 5…?, 22 novembre 2006, ?Come ti gestisco le coste n. 6…?, 29 novembre 2006, ?Come ti gestisco le coste n. 7…?, 6 dicembre 2006, ?Come ti gestisco le coste n. 8…?, 17 gennaio 2007, ?Come ti gestisco le coste n. 9…?, 24 gennaio 2007). Ricordiamo che tutti, naturalmente, beneficiano della presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Non possiamo, però, non evidenziare che le argomentazioni apportate dalla pubblica accusa unitamente a quanto sta emergendo dal dibattimento non possono che suscitare considerazioni piuttosto inquietanti, soprattutto per chi, come noi, da molti anni combatte con tutti i mezzi leciti l’abusivismo e la speculazione edilizia sulle coste sarde ed ha avuto, proprio nel caso principale del quale si discute (il complesso abusivo Tre P s.r.l. sul litorale di Baccu Mandara, Comune di Maracalagonis) un ruolo fondamentale nelle fasi della denuncia e dell’ottenimento della demolizione. Buona lettura?
Gruppo d’Intervento Giuridico
da La Nuova Sardegna, 28 febbraio 2007
Concessioni facili. L?ex dirigente quartese Alessandro Casu si difende in aula dall?accusa di corruzione. «Una vicenda abbastanza trasparente». La Forestale: «Il Green Blu center di Quartu era dei familiari di Lucio Pani». «L?area di Saccheri era in abbandono, ci voleva un progetto». Mauro Lissia
CAGLIARI. «Quella del Green Blu center di Quartu è una vicenda abbastanza trasparente, il verbale di gara l?ho firmato io perchè ero io che dovevo farlo in base alla legge»: Alessandro Casu, discusso ex dirigente dell?urbanistica quartese, ha parlato ai giudici del tribunale ma ha rifiutato il contradditorio con l?accusa. Tecnicamente si chiamano dichiarazioni spontanee. Era pronto a farlo, come il suo difensore Francesco Onnis ha annunciato fin dalle prime battute dell?udienza. Prontissimo, considerato che finora non si è perso un?udienza del dibattimento sulle concessioni facili, appunti su appunti come fosse il cronista di se stesso. Casu sapeva che Filippo Rampulla, l?ispettore della Forestale autore delle indagini per il pm Daniele Caria, avrebbe riferito al tribunale di una storia imbarazzante, dove l?ex plenipotenziario dell?edilizia a Quartu – imputato di corruzione e altri reati – sarebbe il terminale dell?ex responsabile della tutela paesaggio regionale Lucio Pani. Per l?amico dirigente regionale avrebbe tracciato una corsia preferenziale larga abbastanza da far passare la costruzione del centro sportivo con piscina su un?area pubblica, un centro cui Pani teneva moltissimo: c?era di mezzo una buona parte della sua famiglia. In piedi, rigido davanti al microfono ma calmo, Casu ha ribadito di aver rispettato le norme e non ha perso la ghiotta occasione di rifilare una stilettata all?attuale sindaco di Quartu Gigi Ruggeri, l?uomo che gli ha indicato l?uscita del municipio, per anni il suo centro di comando: «Per il Green Blu ci siamo comportati come altre volte – ha detto ai giudici – le norme applicate sono le stesse che hanno riguardato in passato una richiesta analoga presentata dal sindaco Ruggeri». La differenza è che Ruggeri non deve rispondere di corruzione nè di altri reati, ma questi sono dettagli. Per Casu, al di là dei capi d?imputazione che lo riguardano, conta la sostanza della legge: «C?era un regolamento del 1989 che consentiva a privati o cooperative di richiedere aree pubbliche in concessione – ha spiegato l?ex dirigente – e nel 1995, quando la Promogest ha fatto domanda per una piscina, la competenza era del consiglio comunale. Più avanti la competenza passerà alla giunta, poi di nuovo al consiglio. Eravamo nel 1999 e c?erano due istanze, una dell?Ats Quartu calcetto e l?altra della società che voleva costruire il Green Blu center. La giunta ha deliberato e io ho fatto la gara, firmando alla fine il verbale. Quel centro è un?opera legittima autorizzata sulla base di un regolamento legittimo». La gara fu vinta dalla Green Blu, la società costituita tra i familiari di Lucio Pani e amministrata dalle mogli dei familiari. Ma questo per Casu non sembra essere importante: tutto secondo legge.
Opposta la lettura dei fatti proposta dall?accusa. Sollecitato dalle domande del pm Caria e del presidente Francesco Sette, l?ispettore Rampulla ha ricostruito i passaggi tecnici che hanno preceduto la realizzazione del centro, partendo dalla prima richiesta di concessione presentata con la società ?Acqua blu? da Giuseppe Solla, il nipote di Lucio Pani, in quel momento consigliere comunale di Quartu: era il 1997 e la pratica non incontrò ostacoli. Le autorizzazioni arrivarono, compresa quella dell?ufficio tutela del paesaggio, il regno di Pani. D?altronde si era partiti da un fatto: per l?amministrazione quartese si trattava di un?area – quella di Faccheri – in stato di abbandono, quindi era urgente che un privato ci mettesse le mani. Non uno qualsiasi: quando il responsabile del servizio urbanistica Sebastiano Bitti – imputato anche lui – ricevette la pratica di Solla ci trovò scritto un appunto di Casu: «Concordare con il sottoscritto». Appunto leggermente sospetto, almeno quanto il nome che Maria Lucia Farci, progettista e direttrice dei lavori, diede al file del progetto Green Blu salvato nel suo computer: «Lucio». D?altronde Lucio Pani era coinvolto: a dicembre del 1999 la società Green Blu era per il 60% del nipote Giuseppe Solla, per il 35% dell?altro nipote Mauro Pani e per il 5% di Donatella Isola, un?amica stretta del nipote. Insomma, era il progetto di famiglia. Dunque concessione gratuita per trent?anni, con la cessione del diritto di superficie come se si trattasse di un servizio pubblico. A costruirlo fu poi chiamata l?impresa Sant?Elena, costituita in quei giorni (7 novembre 2002) e amministrata dalla cognata di Lucio Pani e dalla moglie del parente Giuseppe, Luisa Loi e Rita Satta. Si va avanti il 12 marzo.
da L?Unione Sarda, 28 febbraio 2007
Ieri la deposizione di Filippo Rampulla: sotto la lente le carte del Green blu center. Cubature, parenti e scambi di favori.
Concessioni facili: parla l?ispettore che indagò su Lucio Pani.
Un progetto ?familiare?: fratelli, mogli, cognate, figli e nipoti del potentissimo Lucio Pani. Maria Francesca Chiappe
Il file si chiamava ?Lucio?, l?ingegnere del comune di Quartu Maria Lucia Farci lo conservava sul suo computer e per la Forestale che perquisiva il suo ufficio più che una sorpresa fu una conferma. Il direttore dell?Ufficio Tutela del paesaggio Lucio Pani aveva rapporti strettissimi con chi doveva decidere se dare l?ok alla struttura polivalente che i suoi familiari
intendevano realizzare. Con la vicenda del Green blu center, una struttura sportiva polivalente progettata su un?area che il Comune di Quartu aveva dato in concessione, a titolo gratuito, per trent?anni (rinnovabili), il processo per le concessioni facili affronta il capitolo più importante. È in questa fase che emergono, infatti, da un lato i strettissimi vincoli di parentela tra Lucio Pani e chi chiedeva di costruire una struttura da quasi 4.000 metri cubi su un?area di oltre 12.000 metri quadrati, dall?altro i legami con i professionisti che dovevano rilasciare le autorizzazioni. Con in più un fortissimo elemento di sospetto di scambio di favori: l?autorizzazione concessa dalla Tutela del paesaggio al padre dell?architetto del Comune Patrizia Rosemarie Cogoni per un chiosco a Is Mortorius. L?ispettore della Forestale Filippo Rampulla risponde per quasi tre e alle domande del pubblico ministero Daniele Caria. Ed è una ricostruzione dettagliata dell?iter del progetto che ha portato sul banco degli imputati, oltre Lucio Pani, anche l?ex sindaco di Quartu Graziano Milia, l?ex assessore all?Urbanistica Vincenzo Cossu, il capo dell?ufficio tecnico Alessandro Casu, gli architetti che lavoravano per il Comune di Quartu Maria Lucia Farci e Rosemarie Cogoni, il funzionario della Tutela del paesaggio Giorgio Sedda, l?ingegnere di Quartu Sebastiano Bitti. «La prima istanza venne presentata il 18 aprile 1997 da Giuseppe Solla, figlio della sorella di Lucio Pani che, fino al febbraio 2001, era consigliere comunale di maggioranza a Quartu», spiega l?ispettore. «Chiese la concessione di un?area in località Faccheri, così come due anni prima aveva fatto la Promogest per la costruzione di una piscina. Poiché l?area era soggetta a vincoli paesaggistici, Solla chiese il nulla osta all?ufficio Tutela del paesaggio: il documento fu redatto da Giorgio Sedda che lavorava nel gruppo di Lucio Pani». Sulla stessa area pendeva l?istanza di una società di calcetto ma fu aggiudicata a Solla, e «non da una commissione ma dall?ingegner Casu». Era il 3 dicembre 1999: ci vollero tre anni per il rilascio della prima autorizzazione edilizia. Della Green blu Solla aveva il 60 per cento delle quote, Mauro Pani (figlio del fratello di Lucio) il 30 per cento, Donatella Isola (amica di Giuseppe Solla) il 5 per cento. Non solo: l?ispettore Rampulla sottolinea che l?area comunale era inserita in una zona dove «uno dei lotti era di proprietà di Lucio Pani». Successivamente, il 28 novembre 2002, Maria Lucia Farci fu nominata direttore dei lavori e, come impresa costruttrice, fu indicata la Sant?Elia costruzioni, costituita qualche giorno prima dal Luisa Loi e Rita Satta: la prima era la moglie di Giuseppe Pani (fratello di Lucio) e la madre di Mauro, la seconda era sposata con Raimondo Pani (cugino di Lucio). Prima di allora le due donne non avevano svolto attività imprenditoriale. In seguito Mauro Pani prese il posto di Solla (che conservò il 19 per cento delle quote) come amministratore della Green blu nella quale subentrò un altro nipote di Lucio Pani, Lorenzo Collu. Il capo dell?ufficio tecnico di Quartu Casu chiede al presidente del Tribunale Francesco Sette di poter chiarire alcuni passaggi: «Vorrei mettere in evidenza che il comportamento mio e dell?amministrazione è sempre stato trasparente», quindi cita alcune
leggi per dimostrare la legittimità dei provvedimenti. Il processo continua il 12 marzo.
Il Sardegna, 28 febbraio 2007
Tribunale. In aula la ricostruzione dell’inchiesta della Forestale sui presunti abusi lungo il litorale quartese. Concessioni facili, ecco la pista, un affare in famiglia e tra amici. Edoardo Pisano
Entra nel vivo il processo sulle cosiddette concessione facili sul litorale del Golfo degli Angeli. Principale imputato, l?ex capo dell?ufficio regionale per la Tutela del paesaggio Lucio Pani accusato di corruzione, truffa, abuso d?ufficio, falso ideologico e materiale. Ieri mattina, le ?coincidenze? che nel 2002 avevano fatto fiutare alla Procura della Repubblica la puzza di bruciato, sono state riportate ai giudici del Tribunale dall?ispettore della Forestale che aveva eseguito le indagini coordinate dal pubblico ministero Daniele Caria. Tutto in famiglia: a due suoi nipoti la concessione trentennale dell?area comunale su cui sarebbe sorto l?impianto sportivo Green Blu con piscina, al posto di un area adibita a ?verde attrezzato? come stabiliva il piano regolatore; una società di costruzioni spuntata come un fungo e intestata per comodo alle cognate, per realizzare materialmente la struttura; chiusure di un occhio negli uffici tecnici del comune di Quartu in cambio di favori tradottisi in concessioni edilizie a dir poco disinvolte. Rapporti talmente stretti che nel computer dell?imputata Maria Lucia Farci, ingegnere del Comune di Quartu, il file relativo alla piscina Green Blu era stato salvato come: ?Lucio?. L?architetto Pani, consigliere comunale a Quartu all?epoca dei fatti contestati e contemporaneamente dirigente regionale con incarico di direttore dell?ufficio per la Tutela del paesaggio per il territorio della provincia di Cagliari, è rimasto per buona parte dell?udienza in piedi. Si è impegnato a chiudere le porte dell?aula e a sistemare il microfono allorché Alessandro Casu, dirigente comunale preposto agli uffici tecnici, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee circa l?iter amministrativo della pratica per la concessione gratuita dell?area di 12 mila metri quadrati, al Margine Rosso in località Fiaccheri, da lui stesso seguita. «L?Amministrazione ha agito in modo trasparente e secondo le leggi vigenti», ha affermato Casu, elencando e spiegando di seguito tutte le norme amministrative che si erano susseguite dall?89 al 2002. Ha pure confermato tutto l?iter burocratico della concessione così come descritto poco prima dall?ispettore Filippo Rampulla, sollecitato dalle domande del pm Caria. Questa in sintesi la ricostruzione del forestale: Giuseppe Solla, nipote di Pani, a giudizio per truffa nell?ottenimento dei contribuiti per la realizzazione del centro sportivo, il 18 marzo del ?97 chiedeva la concessione dell?area. Dopo che l?istanza era stata approvata, Solla domandava agli uffici tramite l?assessorato regionale alla Pubblica istruzione, il nulla osta perché il terreno era assoggettato a vincoli paesaggistici. Via libera che sarebbe giunto il 16 dicembre del 2002 con un atto a firma di Ruggero Carta (imputato di falso in atto pubblico), che operava nello staff di Lucio Pani in Regione. A dicembre del ?99 Solla, Mauro Pani (altro nipote di Lucio) e Donatella Isola costituivano la società Green Blu. Poco prima si era fatto avanti per la concessione del lotto al Margine Rosso un?altra società, l?Ats Quartu Calcetto. Di qui vennero istruite le pratiche per un bando di gara, che aveva come unico componente della commissione aggiudicatrice lo stesso Casu. Che nel 2002 firmava l?autorizzazione edilizia gratuita perché l?opera era definita ?di pubblica utilità e di urgente realizzazione?.
(foto S.D., archivio GrIG)
Commenti Recenti